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    Nino Manfredi: 100 anni di commedia per festeggiare i 18 anni di MGFF

    “Ricordate, se tu sei il gigante de Rodi, io non sò il nanetto de Biancaneve! In campana eh!”

    Straziami ma di baci saziami, Dino Risi (1968)

    L’amico della porta accanto, Nino Manfredi conquistò i grandi registi con la sua tenacia, concretezza e un’anima sensibile, solitaria e segreta. Sudore e lacrime impastate sin dall’infanzia, lo hanno condotto al grande successo, contando più di 100 film per il cinema, circa 40 partecipazioni televisive, 3 regie, 12 sceneggiature e tanto teatro!

    La Rai ha tentato di raccontare la grande eredità lasciata da Manfredi, in un film per la tv  diretto dal figlio, Luca Manfredi. A vestire i panni del grande attore, Elio Germano, nel film dal titolo “In arte Nino“, che lo ritrae tra il 1939 e il 1959.

    A sx Nino Manfredi, a dx Elio Germano nei panni di Manfredi in “In arte Nino”

    Manfredi: il clown bianco

    Nino Manfredi è stato il ciociaro più nazional popolare fino ad allora! Un comico con la tristezza radicata, da cui la definizione di clown bianco. Nino Manfredi era l’amico della porta accanto, spontaneo e vivace, che pensa ciò che dice e fa ciò che pensa, con totale semplicità.

    Ha interpretato il papà di Pinocchio, Geppetto, il ladro, il barista di Ceccano, l’emigrante,  il commissario, il sottoproletario avaro e il finto paracadutista, l’innocente perseguitato Girolimoni, il padre di famiglia e fino a diventare Federico Garcia Lorca in “La fine di un mistero”, film premiato al Festival di Mosca e riproposto a Venezia come omaggio all’attore, insignito del prestigioso Premio Bianchi.

    È tutta la vita che ci fregano con la chitarra e il mandolino.

    Nino Garofoli (Manfredi) in Pane e Cioccolata, Franco Brusati (1973)

    Gli anni ’60 decretano il grande successo di pubblico di Manfredi, spinto anche dal successo televisivo, con i film che lo hanno visto (e lo vediamo tutt’ora) al massimo della sua forma: “L’audace colpo dei soliti ignoti” di Nanny Loy, con Vittorio Gassman e Claudia Cardinale, “Questa volta parliamo di uomini” di Lina Wertmuller, che lo premia di un Nastro d’argento come migliore attore protagonista, “Made in Italy”, “Operazione San Gennaro“, “Il padre di famiglia” fino a “Nell’anno del Signore“ di Luigi Magni.

    Nino Manfredi regista

    Sono proprio gli anni ’60 a spingerlo verso il debutto dietro la cinepresa, dapprima con “L’avventura di un soldato” nell’episodio “L’amore difficile” del 1962. L’opera è tratta dall’omonima novella di Italo Calvino, a cui segue il film “Per grazia ricevuta” del 1971 con il quale il Magna Graecia Film Festival gli rende omaggio nella serata del 3 agosto 2021.

    Le avventure come regista proseguono anche nel film “Girolimoni” di Damiano Damiani e nel televisivo “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini, nei quali si coadiuva il lavoro registico, dando prova di una prestazione superlativa.

    Nino Manfredi ed Ettore Scola

    Tra Nino Manfredi ed Ettore Scola è nata una collaborazione che ha attraversato gli anni ’70 e ’80 con “Brutti, sporchi e cattivi” “Signore e signori, buonanotte” dalla regia a quattro mani di Luigi Comencini, Nanni Loy, Luigi Magni, Mario Monicelli ed Ettore Scola. Li vediamo nello stesso set anche “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, assieme ad Alberto Sordi.

    Come dimenticare quello splendido ritratto corale di una generazione che chiude un’epoca della commedia all’italiana? L’incontro straordinario fra Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores sul set di “C’eravamo tanto amati”.

    Nino Manfredi in TV

    È il successo televisivo che lo spinge ad accettare più spesso ospitate e partecipazioni. Inoltre abbraccia la pubblicità, diventando un’icona, grazie al talento di Luciano Emmer e all’incantevole coppia con la “nonnina” Nerina Montagnani, per una marca di caffè. Ma fece da testimonial anche a delle famose caramelle e, qualcuno certamente ricorderà i Caroselli dei Baci Perugina!

    Nino Manfredi in una delle immagini promozionali

    Nino Manfredi cantante

    Il talento canoro in “Tanto pe’cantà”, versione rivisitata del classico di Ettore Petrolini, è un successo che si reitera nel tempo. Successivamente, con il film Per grazia ricevuta arrivò la canzonetta “Me pizzica… me mozzica”. A partire dal 1978 arrivarono “M’è nata all’improvviso ‘na canzone”, “Tarzan lo fa”, “La pennichella”, “La frittata” che cantò come ospite al Festival di Sanremo 1982, e “Canzone pulita”, eseguita l’anno successivo, sempre a Sanremo, assieme a cinquanta bambini.

    Biografia in pillole

    A Castro dei Volsci nasceva Nino Manfredi il 22 marzo del 1921. Non sai dov’è Castro dei Volsci? E’ un comune in provincia di Frosinone, nel bel mezzo della ciociaria che… No, non ha niente a che fare con “La Ciociara” di Sophia Loren.

    Nato in una famiglia contadina, il padre diventa maresciallo in polizia ottenendo il trasferimento a Roma e Nino, il primogenito di casa, scappa più volte dal collegio religioso in cui è stato iscritto da semiconvittore. È il periodo in cui contrae la tubercolosi e cresce in sanatorio, dove incontra la compagnia teatrale di De Sica.

    La scuola di recitazione è stato il palcoscenico teatrale sin dal 1946, dopo l’accademia d’arte drammatica, debuttando in teatro con Tino Buazzelli nella compagnia Maltagliati-Gassman.

    Dopo 3 faticosi anni debutta al cinema come protagonista nei panni di Francisco Marvasi, diretto da Domenico Gambino, in “Torna a Napoli” e, lo stesso anno, anche in “Monastero di Santa Chiara” di Mario Sequi. Benché il teatro custodisce il cuore e l’anima di Manfredi, per tutti gli anni ’50 affina il talento recitativo adattandolo alle esigenze del cinema del dopoguerra: meno drammatico e sempre più orientato verso personaggi votati alla leggerezza. È in questa fase che nascono personaggi epici come il provinciale timido, il contadino astuto, il piccolo borghese alla ricerca di fortuna e il giovane spasimante particolarmente impacciato.

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